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Lunga vita al cuore

Emodinamica / La Casa di Cura “Villa Verde” ha fatto da apripista a una rete oggi in grado di rendere sempre più efficaci gli interventi di emergenza sui cardiopatici

La Casa di Cura “Villa Verde” ha una struttura cardiologica con laboratorio di emodinamica, attivo 24 ore su 24, con quattro cardiologi interventisti coordinati dal dottor Luigi My al quale Lo Jonio ha rivolto alcune

Dottor My, cos’è l’emodinamica?

«L’emodinamica è un reparto di cardiologia interventistica che serve per eseguire alcune procedure orientate alle diagnosi e trattamento delle malattie coronariche. La aterosclerosi è la causa delle malattie croniche tipiche della età adulta o avanzata. Vi sono fattori di rischio che possono accelerare e provocare questo tipo di patologia; la coronaria va incontro ad un restringimento, questo riduce l’afflusso di sangue al cuore e quindi può provocare malattie come l’angina, che non comporta la perdita del muscolo cardiaco, o l’infarto che comporta la perdita di funzionalità di una parte del cuore».

Quale tipo di intervento è possibile praticare per intervenire sulle patologie coronariche di questo tipo?

«Quarant’anni fa, è stata introdotta la tecnica dell’angioplastica che ha sostanzialmente cambiato la storia naturale della cardiopatia ischemica. Il suo inventore, il medico tedesco Andreas Roland Grüntzig, ebbe l’idea di inserire un polloncino sgonfio all’interno di una coronaria ristretta per poi gonfiarlo progressivamente, allargando il vaso fino a permettere di nuovo un normale flusso di sangue verso il cuore. Questa tecnica ha permesso e permette di salvare tante vite umane, allungare e migliorare la qualità della vita delle persone malate. L’inserimento dell’angioplastica è stata una pietra miliare che ha cambiato completamente la visione ed il trattamento della cardiopatia ischemica, soprattutto dell’infarto del miocardio. Prima dell’angioplastica coronarica noi potevamo trattare soltanto quelle che erano le complicanze dell’infarto. Bisogna considerare che la parte di cuore che non riceve sangue da una coronaria occlusa, muore. L’intervento rivoluzionario che si è sviluppato negli anni riguarda il trattamento con l’angioplastica dell’infarto acuto del miocardio dovuto all’occlusione di una coronaria. Se si interviene entro 120 minuti con un’angioplastica è possibile ridurre al minimo i danni dell’infarto acuto».

Come nasce e come si sviluppa il centro di emodinamica alla Villa Verde?

«Nel 1997 decidemmo con la direzione amministrativa di dotare questa struttura, in cui era già presente un centro di cardiologia non interventistica, di una sala di emodinamica. Questo perché consideravamo la nostra cardiologia matura e quindi pronta per adeguarsi ai tempi. Ciò comportò una fase di progettazione e realizzazione dell’obiettivo utilizzando parte del personale interno, tra cui il sottoscritto, ed alcuni medici esterni. La prima coronarografia è stata eseguita il 24 maggio del 2000. Dopo due anni di coronarografie diagnostiche ci siamo sentiti pronti per passare al trattamento dell’angioplastica e quindi abbiamo avviato il trattamento interventistico vero e proprio. Dal 2005 l’unità di emodinamica è attiva 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno. Nel 2008, con una delibera, la Regione Puglia ha istituzionalizzato la nostra funzione inserendo la nostra struttura nella rete territoriale per l’infarto. Questo ha dato la possibilità a Taranto di crescere tantissimo nella somministrazione di questo tipo di terapia. Ciò ci ha consentito nel corso del tempo di raggiungere risultati importanti. Un anno siamo stati primi a livello nazionale come numero di interventi di angioplastica primaria eseguiti.
Attualmente nella provincia di Taranto non siamo più soli, dato che da due anni, oltre al nostro, c’è un altro centro di emodinamica, al Santissima Annunziata. E vorrei sottolineare il rapporto di sinergia che abbiamo stabilito, in particolare con la rete del 118” diretta dal dottor Mario Balzanelli».

Quali sono le linee guida per il trattamento di un paziente in cui si registra un episodio acuto?

«Il paziente che avverte un forte dolore toracico dovrebbe essere non viene portato al pronto soccorso, ma direttamente nella sala di emodinamica per evitare di allungare i tempi di trattamento. Come un grande cardiologo ha detto: “il tempo è muscolo”. Quando si occlude una coronaria, prima viene riaperta, più vite si risparmiano. La nostra città dal 2005 e cioè dall’inaugurazione della nostra unità di emodinamica, non è più deficitaria rispetto al trattamento delle coronaropatie. Oggi siamo affiancati dai “cugini” della sanità pubblica che svolgono il loro ruolo in tal senso».


Oltre all’aspetto dell’emergenzaurgenza, a chi consiglierebbe la prevenzione e di quale tipo?

«Diciamo innanzitutto che la coronarografia non è un esame di primo approccio e considerarlo tale sarebbe scorretto e contrario alle linee guida. Quando il paziente ha un profilo di rischio elevato, come il paziente diabetico, il paziente fumatore, o il paziente maschio che ha superato i 45 anni, il medico lo deve riconoscere e selezionare, soprattutto se ha una sintomatologia compatibile, ed indirizzare a procedure diagnostiche che potrebbero portare alla coronarografia. Mi riferisco ad un elettrocardiåogramma, un ecocardiogramma e possibilmente un test da sforzo. La coronarografia è pur sempre un esame invasivo e non è scevro da possibili complicanze. Sicuramente, rispetto a quarant’anni fa, oggi disponiamo di materiali che ci consentono di operare al meglio da un punto di vista tecnico e che garantiscono al paziente una sicurezza elevatissima. Il rischio della coronarografia non è legato alla procedura ma è correlato al tipo e al grado di patologia e alle caratteristiche del paziente che si sottopone all’esame. Il minimo margine di rischio si giustifica se si considera che si tratta di un esame che può salvare la vita e che in molti casi ne migliora la qualità. La coronarografia deveessere eseguita con la massima attenzione e può essere prescritta da un cardiologo».

Nato a Grottaglie (Taranto) nel 1955, il dottor Luigi My, diplomatosi al Liceo “Lilla” di Francavilla Fontana, si è laureato a Pisa nel 1980 in Medicina e Chirurgia per poi specializzarsi in Cardiologia a Bari nel 1987. Dopo alcuni anni di attività professionale svolti all’Asl di Taranto, dal 1984 è tra le figure professionali di spicco della Casa di Cura “Villa Verde”, dove è responsabile della Cardiologia UTIC ed Emodinamica Interventistica. Ha partecipato attivamente alla sensibilizzazione dei medici alla necessità di interventi precoci per tutti i cardiopatici che presentano sospetto di ischemia.

Risponde l’esperto Questi sono alcuni dei quesiti ricevuti dalla nostra redazione e che trovano risposta nell’intervista rilasciata a “Lo Jonio” dal dottor Luigi My. Gentile redazione, sono un vostro affezionato lettore e vedo che riservate ampio spazio ai temi della salute. Non nascondo di essere un po’ fifone, anche se ho 61 anni. Mi hanno consigliato di effettuare una coronografia, stante alcuni scompensi che ho avvertito. Vi chiedo, attraverso i vostri esperti: è un intervento invasivo? Grazie, Giovanni Lonoce Gentile redazione, spesso avverto dolori, anche al petto. Sono sovrappeso e fumo molto. Potrebbero essere sintomi di un infarto?Spero di no.


Giovanni Basile

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