L'importante è che mi lasci il fegato...
Novità diagnostiche operative già da
tempo alla Clinica Villa Verde: ne
parla il dottor Cosimo Giuseppe
Mezzolla.
L'elastografia fornisce informazioni riguardo
l'elasticità dei tessuti. Due i metodi più conosciuti:
Strain e Shear Wave.
Si stima che circa 500 milioni di persone al
mondo siano affette da epatite virale
cronica e che, ogni anno, 1 milione di
queste muoiano a causa di questa malattia
e delle relative infezioni (cirrosi o
carcinoma
epatocellulare). L'analisi istologica del
fegato è ancora considerata lo standard di
riferimento per la valutazione della fibrosi
epatica, nonostante la variabilità intere
intraosservatore degli stadi e gli eventuali
rischi di morbilità e mortalità. Di
conseguenza, i metodi non invasivi per la
valutazione della fibrosi epatica sono di
grande interesse clinico. Sono state quindi
studiate e rese disponibili tecniche a
ultrasuoni in grado di valutare lo stadio
d'avanzamento della fibrosi epatica. Tali
tecniche consentono di utilizzare metodi di
valutazione non invasivi delle proprietà
elastiche dei tessuti molli misurando il
comportamento del tessuto sottoposto a
sollecitazioni.
La scheda
Nato a Manduria (Taranto) il 26 aprile 1965, il dottor Cosimo
Luigi Mezzolla vive a Torricella.
Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli
studi di Bari il 15/03/1991 e si è abilitato alla professione nella I
sessione 1991.
Si è specializzato in Patologia Generale presso l’Università degli
studi di Bari nel 1995.
Dal dicembre 1994 lavora alla Casa di Cura Villa Verde di
Taranto nel reparto di Medicina Generale, attualmente in qualità
di Aiuto Medico, responsabile del Servizio di Epatologia e di
Ecografia Diagnostica e Interventistica.
Dal 1995 si occupa di ecografia, approfondendo in particolare
l’aspetto interventistico. Ha partecipato a numerosi corsi di
formazione ecografica patrocinati dalla SIUMB, sia di tipo
diagnostico che interventistico tra cui: Vimercate (MI) nel
periodo febbraio-maggio 1995 in cui ha conseguito l’attestato di
competenza in ecografia interventistica, Roma nel 1999
(ecografia interventistica della mammella) e Bari nel 2000 e 2002
(ecografia interventistica della prostata e terapie percutanee
ablative del fegato). Ha scritto su riviste scientifiche divulgative su
temi epatologici. È stato promotore e relatore di incontri su temi
di prevalente interesse epatologico.
L'elastografia Shear Wave si basa sulla
generazione di onde meccaniche trasversali
determinate dallo spostamento dei tessuti
indotto dalla forza di un fascio di ultrasuoni
focalizzato o da una pressione esterna
L’elastografia è una modalità diagnostica basata
su ultrasuoni che consente la caratterizzazione
tessutale. La caratterizzazione può essere
ottenuta con diversi metodi,
tutti finalizzati ad analizzare le proprietà
elastiche. I due metodi più conosciuti sono
l'elastografia Strain e l'elastografia Shear Wave.
La prima utilizza la compressione manuale
esterna con la sonda ecografica per deformare il
tessuto; la seconda utilizza la forza acustica
creata da un impulso ultrasonoro focalizzato
che a sua volta genera delle onde di pressione a
propagazione trasversale (note come "shear
wave") in grado di deformare i tessuti. Le
apparecchiature per elastografia Shear Wave
calcolano la velocità di propagazione delle onde
di pressione trasversali per analizzare
l'elasticità tessutale. La velocità di propagazione
delle onde è correlata alla rigidità e alla
viscosità del tessuto: in altre parole le onde
viaggiano a maggior velocità nei tessuti rigidi
rispetto ai tessuti non rigidi.
In base alla tecnica utilizzata per misurare la
propagazione delle onde si distinguono
apparecchiature pSWE (elastografia Shear
Wave per punto), 2DSWE (elastografia Shear
Wave bidimensionale) e 3DSWE (elastografia
Shear Wave tridimensionale). Le
apparecchiature più avanzate sono quelle 2D e
3DSWE. Valutano in tempo reale la
propagazione delle shear wave in un'ampia
area di interesse grazie ad un'originale
soluzione tecnologica che cattura il
movimento mediante una sequenza di migliaia
di immagini al secondo (nota come UltraFast
Imaging) create da un'apparecchiatura
ppositamente progettata. Le apparecchiature
2DSWE costruiscono una mappa bidimensionale a colori, aggiornata diverse volte
al secondo, che rappresenta la distribuzione
delle velocità di propagazione delle onde
trasversali nell'area di tessuto in esame. Le
apparecchiature 3DSWE analizzano e
visualizzano la distribuzione delle velocità
di propagazione delle onde trasversali
nell'intero volume in esame.
Sulla base delle informazioni presenti nella
mappa 2D e nelle sezioni multiplanari del
volume 3D lo specialista può misurare gli
esatti valori di rigidità del tessuto, espressi in
kiloPascal (kPa). 2DSWE e 3DSWE sono
tecniche di imaging quantitativo che offrono
precise misure numeriche della rigidità
tessutale; superano pertanto i limiti
dell'elastografia Strain eliminando la
dipendenza dall'operatore.
L'Elastografia è basata su ultrasuoni come
l'ecografia.
A differenza dell'ecografia, che analizza le
proprietà acustiche dei tessuti, l’Elastografia
valuta le proprietà viscoelastiche, ovvero la
capacità dei tessuti di subire una
deformazione quando sottoposti a stress
pressorio e di tornare successivamente alla
forma originale. I movimenti dei tessuti possono essere indotti da sorgenti endogene
intracorporee (quali i battiti cardiaci o la
pulsazione dei vasi) oppure da sorgenti
esterne.
Esistono perciò diversi metodi elastografici;
tutti utilizzano comunque gli ultrasuoni per
misurare lo spostamento del tessuto e tutti
mirano a visualizzare per contrasto su
un'immagine, oppure a quantificare, il
modulo di elasticità tangenziale dei tessuti.
Alcuni calcolano e visualizzano un'immagine
della deformazione lungo l'asse
longitudinale (Elastografia Strain), altri
calcolano e visualizzano un'immagine della
velocità di un'onda tangenziale (shear wave)
che si muove lungo l'asse trasversale
(Elastografia Shear Wave), come le onde che
si generano sulla superficie dell'acqua
quando vi si getta un L'Elastografia Shear
Wave da origine a un'immagine quantitativa
ed è l'unica che richiede una forza dinamica
per essere generata. La misurazione della
velocità della shear wave può avvenire in un
unico punto (Elastografia Shear Wave point:
pSWE), su un'intera area (Elastografia Shear
Wave bidimensionale:
2D SWE) o su un volume (Elastografia Shear
Wave tridimensionale — 3D SWE).
Per informazioni è possibile rivolgersi alla
Cup della Casa di Cura “Villa Verde”.