A lezione di Cardioanestesia
Da due anni la Casa di Cura “Villa Verde” collabora alla formazione degli studenti della scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione dell’Università di Foggia. Il dott. Francesco Morgese, primario della terapia intensiva cardio chirurgica, ci spiega il percorso dei giovani dottori
Una struttura d’eccellenza. Che rende onore al nome
di Taranto ovunque. Anche sotto il profilo della
formazione medica. La Casa di Cura “Villa Verde” fa
parte da tempo della rete formativa della scuola di
specializzazione di Anestesia e Rianimazione
dell’Università di Foggia per la branca di
cardioanestesia. Lo Jonio ne ha parlato con il dott.
Francesco Morgese, primario della terapia intensiva
cardio chirurgica della Villa Verde. 47 anni, laureato
a Bari e specializzato a Foggia, ha lavorato
nell’ospedale del capoluogo dauno, presso la Casa di
Cura San Camillo e presso l’ospedale di Castellaneta. Medico di grande esperienza in neuro
rianimazione, si è perfezionato in ecografia
transesofagea.
Dott. Morgese, come si svolge la collaborazione
con l’Università di Foggia?
«Abbiamo siglato un protocollo d’intesa col direttore
della scuola, prof.ssa Cinnella, che ringraziamo:
siamo già al secondo anno di collaborazione,
abbiamo accolto cinque specializzandi che
trascorrono con entusiasmo un periodo di quattro
mesi presso le nostre sale operatorie e la terapia
intensiva cardio chirurgica».
Perché la formazione svolta presso la Villa Verde
è così importante per gli studenti?
«Siamo dotati di ecografi in grado di fare e ottenere
immagini tridimensionali: pertanto i medici in
formazione apprendono la tecnica ecografica
utilizzata in tutti gli interventi valvolari, facilitando
la conoscenza di tecniche mini invasive chirurgiche.
Inoltre la terapia intensiva, bisogna sottolinearlo, è
dotata di un apparecchio ECMO, indispensabile per
l’assistenza sia respiratoria che circolatoria nei pazienti difficilmente “svezzabili” dal ventilatore e
dalla macchina cuorepolmone.
Durante il percorso di formazione degli
specializzandi in Anestesia è prevista la frequenza di
tutti i reparti chirurgici. Il policlinico di Foggia non
dispone della specialità cardiochirurgica: è nato così
questo rapporto di collaborazione, favorito dal fatto
che io stesso provengo da quella scuola».
Qual è la soddisfazione più grande della sua
opera di docente?
«Avere sempre nuovi stimoli allo studio e al
miglioramento delle tecniche ed essere sempre
aggiornati. È bello confrontarsi con giovani
altamente motivati. L’anestesista svolge un lavoro
dietro le quinte, anche se ora, i pazienti sono più
consapevoli del ruolo di tale professionista. Lo stesso
anestesista utilizza tecniche ultra sonografiche che
fino a qualche anno fa non appartenevano al bagaglio
culturale comune: pertanto è una figura
professionale sempre più presente e vicina al malato.
L’anestesista è il “regista” della sala operatoria e si
occupa della gestione del dolore post operatorio».
Verso quale direzione va l’anestesista del futuro?
«Tendiamo ad umanizzare sempre più il percorso di
cura dei pazienti: particolare attenzione viene posta
al trattamento del dolore cronico e degli accessi
vascolari a lunga permanenza, per garantire le cure
palliative.